11 febbraio 2007

Prigione e lavoro...differenze!!!!!

Giusto nel caso in cui ti sia capitato di far confusione,
questo dovrebbe chiarire un po' più le cose…


IN PRIGIONE passi la maggior parte del tempo in una cella 8x10
AL LAVORO… passi la maggior parte del tempo in una stanzetta 6x8

IN PRIGIONE… mangi tre pasti al giorno;
AL LAVORO… hai solo una pausa per un pranzo che
devi anche pagarti.

IN PRIGIONE… hai del tempo libero per buona condotta;
AL LAVORO… se ti comporti beni vieni ricompensato con maggior lavoro.

IN PRIGIONE… la guardia apre e chiude tutte le porte per te;
AL LAVORO… devi portarti appresso una scheda magnetica ed aprirti tutte le porte da solo.

IN PRIGIONE… puoi guardare la TV e giocare;
AL LAVORO...se guardi la TV e giochi … vieni licenziato.

IN PRIGIONE… hai la tuo gabinetto personale;
AL LAVORO… devi condividere

IN PRIGIONE… permettono alla tua famiglia ed agli amici di farti visita;
AL LAVORO… non puoi neppure parlare alla tua famiglia.

IN PRIGIONE… tutte le spese sono pagate da chi paga le tasse e senza che tu debba lavorare;
AL LAVORO… devi pagare tutte le spese per andare al lavoro
e poi detraggono le tasse dal tuo salario affinché possano pagare per le persone in prigione.

IN PRIGIONE… passi la maggior parte della tua vita a guardare da dietro le sbarre desiderando di uscire.
AL LAVORO… passi la maggior parte del tempo desiderando di uscire e andare dentro le sbarre.

IN PRIGIONE… ci sono le guardie.
AL LAVORO… vengono chiamate manager (o capi)

Ma sii felice, perché
IN PRIGIONE… devi restarci per tutto il tempo stabilito
AL LAVORO… ci vai per tornare a casa ogni tanto.

09 febbraio 2007

Il calcio è uno sport bellissimo....la violenza NO!!!!!

Avevamo il campionato più bello del mondo, dicevano, e forse c'è chi lo dice ancora. Ora abbiamo il campionato più razzista, e c'è chi lavora alacremente per farlo diventare anche il campionato più violento.
Molte volte provo a guardare una partita (non amando molto il calcio)e spesso rimango affascinata da un passaggio smarcante o dal modo in cui un giocatore addomestica la palla, serpeggiando tra gli avversari. Indubbiamente , certe volte, le decisioni arbitrali sono discutibili, ma un conto è sollevare critiche lecite e motivate, un altro è scagliarsi. Alcuni giocatori simulano un fallo, ed anche questo è riprovevole, ma non per questo è giusto scatenare una rissa con le tifoserie contrarie.
Penso che andare allo stadio, partecipare ai cori, che non sempre sono ingiuriosi o volgari, sia un’esperienza bellissima.
Come è possibile arrivare a mettere a repentaglio la vita propria e altrui!
Forse le motivazioni per un atteggiamento del genere vanno ricercate al di fuori degli stadi, e forse sono troppe e troppo complesse per essere generalizzate, senza osservare il caso specifico: disoccupazione, disagio giovanile, nevrosi, istinto di aggressività represso, idee rivoluzionarie o xenofobe. Penso, per esempio, agli striscioni razzisti che campeggiavano in alcuni stadi, prima che questo fosse proibito per legge. È evidente che il disagio, la prepotenza che non si sfogano in altri posti, qui, tra migliaia di persone infervorate, può trovare un suo posto.
Cause sociali, invece, potrebbero spiegare come mai Liverpool, che è una città in decadenza, con un’industria in grave crisi e tanta disoccupazione, conta un numero così alto di tifosi esagitati. Ma il fenomeno della violenza negli stadi è presente anche in altri paesi, e non solo in Inghilterra. Scene di inaudita brutalità si sono verificate recentemente anche in nazioni asiatiche o africane, a testimonianza di come non solo il calcio, ma anche l’imbecillità non conosca confini.
Infine, cerchiamo di riflettere. Sì, è vero, se la nostra squadra perde ci rimaniamo male, ma in fin dei conti gli unici a rimetterci di tasca propria sono i giocatori o i proprietari, che magari sono già miliardari. Pertanto a noi conviene continuare a goderci di questo sport solo lo spettacolo e la festa, lasciando disperazione e rabbia ad altri.